di Giancarlo Liuzzi

Bari, addio a Villa Tilde: la dimora liberty di via Amendola "che non doveva essere abbattuta"
BARI – Un altro nome si è aggiunto oggi al lungo “necrologio architettonico” di Bari. Stavolta a essere abbattuta è stata Villa Tilde, dimora liberty di inizio 900 posta alla fine di via Amendola, strada che già aveva assistito alla demolizione di Villa Vera e della vecchia sede della Peroni. La distruzione è avvenuta stamattina, quando le ruspe hanno demolito la struttura color beige e il suo caratteristico torrino laterale. (Vedi foto galleria)

Villa Tilde, che per anni era rimasta abbandonata e nascosta da un alto muro perimetrale e dalla folta vegetazione, era stata “riscoperta” nel 2020 durante i lavori di allargamento di via Amendola. All’edificio dedicammo un servizio e nell’occasione Giuseppe Galasso, all'epoca assessore all’Urbanistica del Comune di Bari, ci assicurò che non sarebbe stata abbattuta trovandosi in un’area sottoposta al vincolo della Soprintendenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E invece a distanza di meno di quattro anni la dimora è stata demolita assieme a un’altra villetta di colore bianco situata sulla stessa via da decenni. Al loro posto sorgerà ora il secondo lotto del complesso residenziale “Abiparco” di proprietà della Ined, la società a cui nel 1992 erano state vendute.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Villa Tilde venne fatta costruire agli inizi del 900 da Clotilde Romano (dalla quale prende il nome) per trasformarsi poi, negli anni 60, in uno dei più celebri ristoranti della città: “La Serra”. Alla chiusura del locale, nel 1973, passò nelle mani di Luigi, nipote di Tilde, che la utilizzò come laboratorio sino alla cessione degli anni 90.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da allora l’edificio venne abbandonato a se stesso e il suo degrado fu inarrestabile. Nonostante ciò, la villa, anche negli ultimi anni, ha continuato a mostrare alcuni raffinati decori architettonici, tra cui l’elegante torrino e i fregi sugli architravi delle finestre.  

Questo fino ad oggi, perché dopo aver vissuto tre differenti vite nel corso di un secolo, le ruspe hanno segnato la definitiva fine di Villa Tilde.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Un altro nome si è aggiunto oggi al lungo “necrologio architettonico” di Bari. Stavolta a essere abbattuta è stata Villa Tilde, dimora di inizio 900 posta alla fine di via Amendola
Questa mattina infatti le ruspe hanno demolito la struttura color beige...
...e il suo caratteristico torrino laterale
Villa Tilde, che per anni era rimasta abbandonata e nascosta da un alto muro perimetrale e dalla folta vegetazione, era stata “riscoperta” nel 2020 durante i lavori di allargamento di via Amendola
A distanza di meno di quattro anni la dimora è stata demolita...
...assieme a un’altra villetta di colore bianco situata sulla stessa via da decenni
Al loro posto sorgerà ora il secondo lotto del complesso residenziale “Abiparco” di proprietà della Ined, la società a cui nel 1992 erano state vendute
Villa Tilde venne fatta costruire agli inizi del 900 da Clotilde Romano (dalla quale prende il nome) per trasformarsi poi, negli anni 60, in uno dei più celebri ristoranti della città: “La Serra”
Alla chiusura del locale, nel 1973, passò nelle mani di Luigi, nipote di Tilde, che la utilizzò come laboratorio sino alla cessione degli anni 90. Da allora l’edificio venne abbandonato a se stesso e il suo degrado fu inarrestabile
Nonostante ciò, la villa, anche negli ultimi anni, ha continuato a mostrare alcuni raffinati decori architettonici, tra cui l’elegante torrino e i fregi sugli architravi delle finestre
Questo fino ad oggi, perché dopo aver vissuto tre differenti vite nel corso di un secolo, le ruspe hanno segnato la definitiva fine di Villa Tilde



Giancarlo Liuzzi
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  • Francesco - ma come è possibile che sia stata abbattuta nonostante fosse sottoposta a vincolo? quali sono i procedimenti affinché sia possibile una cosa del genere?


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